“Durante un sopralluogo sul posto ho appreso che la ditta che gestisce il servizio di refezione ha manifestato per iscritto alla direzione generale dell’Asl di Brindisi, l’intenzione di cessare il servizio dal 9 di ottobre”.
“Aumentano i timori per una possibile chiusura delle cucine dell’ospedale di Ostuni. Nelle scorse ore, la circostanza, è emersa dopo un sopralluogo del consigliere comunale di Ostuni Giuseppe Tanzarella, che ha manifestato tutta la sua preoccupazione per quanto potrebbe avvenire a breve. «Durante un sopralluogo sul posto ho appreso che la ditta che gestisce il servizio di refezione ha manifestato per iscritto alla direzione generale dell’Asl di Brindisi, l’intenzione di cessare il servizio dal 9 di ottobre.
Istanza che -riferisce lo stesso professionista- sarebbe dovuta ad una serie di problematiche relative ad alcune attrezzature della cucina, tra celle frigorifere e piastre per la cottura di alimenti. Tutto questo per un ammontare tra i 15 ed i 20mila euro per adeguare agli standard di sicurezza la strumentazione. Non stiamo parlando di cifre insormontabili. A fronte di questa scelta di cessare un servizio pubblico all’interno di un ospedale, la stazione appaltante, l’asl di Brindisi, non mi pare abbia manifestato grande opposizione e contrarietà.
Questa mancanza di controllo e verifica- continua Tanzarella- lascia adito ai dubbi della reale intenzione anche della stessa Asl di vedere chiudere la refezione, magati per trasferire i 22 dipendenti in altra struttura, all’interno di quella logica tesa al ridimensionamento o alla chiusura dell’ospedale di Ostuni.
Diversamente non si spiega come di fronte a questa manifestata intenzione della Dussmann – che lamenta l’adeguamento delle attrezzature-non vi sia alcuna presa di posizione, almeno per il momento da parte dell’Asl. Auspico – afferma il consigliere comunale- che le parti possano rimediare a quello che per il momento sembra essere una soluzione eccessiva rispetto al valore del problema. Non mi interessa chi debba fare e che cosa: quello che conta è che non ne facciano le spese i dipendenti e la comunità. Spero che davvero non si voglia confermare le mie perplessità: dietro questa scelta ci possa essere la reale intenzione di smembrare il nostro ospedale. Mal si concilia questo disegno perpetrato in danno dell’ospedale di Ostuni con invece quello che leggiamo con le dichiarazioni pubbliche o nelle difese dei ricorsi, nelle quali la regione continua ad ostentare che il piano di rientro dell’agosto 2020, prevede gli 8 posti di terapia intensiva nella nuova piastra, che tra l’altro aspettiamo da 20 anni.
Leggiamo di annunci in continuazione che confermano della presenza dei fondi di edilizia ospedaliera. Tutto quello che accade, però, da ultimo in ordine alle cucine, prossime alla chiusura -conclude Giuseppe Tanzarella- è in contraddizione con gli slogan della presenza dei fondi ed alla prossimità del termine dei lavori”.