In data 13 agosto 2009 il comune di Ostuni ha affidato alla ditta “I Giardini di Pluto” il servizio di gestione del canile comunale mediante contratto con scadenza nel 2011. Poco prima della data di scadenza la Giunta Comunale ha stabilito di continuare ad affidare la vita degli ospiti del canile nelle mani della medesima ditta, inviando al tempo stesso la documentazione all’ufficio Gare ed Appalti per l’espletamento della nuova gara [determina n°1622 comune di Ostuni]. Trascorsi due anni e cinque mesi associazioni del valore dell’ENPA, piuttosto che organizzazioni disposte alla cura degli animali stessi, non hanno ancora avuto la possibilità di partecipare alla gara di affidamento del servizio.
Tralasciando il disinteresse e la grave disattenzione di questa amministrazione – che si autodefinisce “perfetta e virtuosissima” – in merito alle scadenze, è necessario focalizzarsi sulla vita dei nostri amici a quattro zampe. Il primo grave problema che affrontiamo riguarda l’obiettivo alla base dell’istituzione di un servizio come il canile: l’adozione di un cucciol. Chiunque fosse interessato ad aggiungere un nuovo elemento alla propria famiglia, a differenza di quanto avviene negli altri canili, è obbligato a telefonare preventivamente per ottenere un appuntamento. Oltre a rappresentare un ostacolo per gli amanti degli animali, questa procedura potrebbe nascondere una gestione non del tutto trasparente: dal sovraffollamento delle gabbie, alla mancanza di cure; dall’assenza di pulizia, alla scarsa alimentazione.
Emblema dell’ipotesi da me avanzata è un’esperienza personale avvenuta alla fine del 2011 quando, con i consiglieri comunali Camassa e Molentino, tentai di accedere alla struttura. L’intenzione era quella di controllare il corretto svolgimento, da parte della ditta, delle mansioni per le quali era stata dichiarata vincitrice della gara d’appalto. Arrivati ai cancelli del canile i dipendenti di “Giardini di Pluto” ci negarono l’accesso, giustificandosi con l’assenza del titolare. La nostra scelta fu quella di rivolgerci dapprima al dr. Giuseppe Santoro, assessore all’ambiente, poi alla stampa e all’arma dei Carabinieri. Il risultato fu sconfortante: dopo aver aspettato per trenta minuti una reazione da parte dei contatti, tutti i presenti furono costretti ad allontanarsi.
L’accaduto dimostra la gravità della situazione soprattutto perché tre cittadini investiti della carica di consiglieri comunali non hanno potuto assolvere la loro funzione di controllo in una struttura di proprietà comunale e, di conseguenza, non hanno avuto modo di constatare la situazione in cui versano gli animali né il rispetto dei limiti di capienza del canile.
Le mie possono essere sicuramente conclusioni affrettate, ma ritengo che la tolleranza nei riguardi di detti comportamenti sia condannabile tanto quanto la mancanza di attenzione da parte dell’amministrazione nell’indire una nuova gara d’appalto. La prossima volta che vorrete adottare un cane ricordate di prendere appuntamento.