Riceviamo e Pubblichiamo

Aumentare le tasse in un periodo di profonda crisi economica come quello che stiamo, ornai da troppo tempo, attraversando è deleterio e controproducente.

Deleterio perché per molte famiglie e attività produttive con l’acqua alla gola, molte già in apnea, ciò potrebbe costituire un passaggio letale con tutte le ripercussioni sociali ed economiche che questo comporta.

Controproducente perché oltre a influire sulle capacità di spesa di famiglie e aziende andando a diminuire il PIL locale, non garantirà l’entrata nei bilanci comunali delle somme previste. Molti saranno, infatti, coloro che non si potranno permettere di sostenere questa nuova imposta e che, quindi, non la pagheranno. Il risultato sarà quello dell’instaurarsi di molti contenziosi e la mancanza, per le casse comunali, dei denari preventivati e, quindi, la necessità di correttivi sempre di difficile soluzione.

Non pochi comuni sono riusciti dopo una attenta analisi e correzione delle spese comunali ad azzerare questa imposta ed evitare, quindi, di pescare dalle solite tasche dei cittadini. Ad Ostuni, invece, si è approvata una aliquota del 1 per mille senza prevedere alcuna esenzione per i soggetti maggiormente in difficoltà. Un grave errore che, come detto, avrà pesanti ripercussioni sia sul bilancio comunale che sull’economia locale.

Azzerare la TASI, si poteva e si DOVEVA fare!

Non rimane che sperare che nell’approvazione del bilancio di previsione, che a breve approderà in consiglio comunale, vi sia un’analisi più attenta e rigorosa, non certo quella superficiale e fantasiosa letta negli ultimi tempi sui giornali, e si possa in un qualche modo rimediare all’errore commesso, magari andando a tagliare ciò che mai si è tagliato partendo da consulenze esterne, premi per la dirigenza e indennità di sindaco ed assessori. Quando vi sono sacrifici da fare chi li propone dovrebbe essere il primo a farli, non l’ultimo.