Sul Bollettino Ufficiale della Regione Puglia n. 134 del 18-10-2018 è stato recentemente pubblicato un bando volto al sostegno delle spese relative al ripristino e al recupero di muretti rurali in pietra a secco e jazzi.
Tale misura è stata divulgata, con consueto entusiasmo istituzionale, sul sito della Regione Puglia, che nel relativo comunicato stampa ha annunciato che “le azioni si applicano su tutto il territorio regionale con priorità ai territori ricadenti in Area Natura 2000 e in siti ad alto valore naturalistico”.
Il comunicato individua, inoltre, chiaramente tra i possibili beneficiari le “Aziende con superficie condotta con metodo di agricoltura biologica o di agricoltura integrata”.
A ben vedere, dall’analisi dei criteri di valutazione per l’accesso alla misura, è possibile constatare come ancora una volta la Regione di Michele Emiliano si ostini ad introdurre parametri di selezione dei beneficiari talmente generici, restrittivi e contraddittori da rendere di fatto inaccessibile ogni possibilità di fruizione ai finanziamenti comunitari da parte degli agricoltori della penisola salentina, già tediati da difficoltà legate all’incertezza dei cicli produttivi e dalle frequenti oscillazioni speculative dei mercati agroalimentari:
infatti, a pagina 19 e 20 dell’avviso pubblico per la presentazione delle domande di sostegno, si legge testualmente che il punteggio minimo per accedere al finanziamento è pari a 25 punti.
Tale punteggio viene attribuito secondo i seguenti criteri:
– 60 punti a Interventi localizzati in Area Natura 2000 e in siti ad alto valore naturalistico;
– 40 punti alle aziende con superficie condotta con metodo di agricoltura biologica;
– 20 punti alle aziende con superficie condotta con metodo di agricoltura integrata.
In spregio alle dichiarate finalità di tutela ambientale, il bando precisa inoltre che “al momento dell’emanazione del presente Avviso i “siti ad alto valore naturalistico” non sono stati ancora individuati, pertanto i punti di cui al principio 1 saranno attribuiti esclusivamente in caso di interventi localizzati in Area Natura 2000’’.
Ne consegue che sarà possibile accedere al finanziamento se e solo se:
– il terreno è incluso nell’Area Natura 2000 (60 punti);
– si fa agricoltura biologica dentro l’Area Natura 2000 (100 punti);
– si fa agricoltura integrata dentro l’Area Natura 2000 ( 80 punti);
– si fa agricoltura biologica fuori dall’Area Natura 2000 (40 punti).
Posto che i siti attualmente individuati nella provincia di Brindisi in Area Natura 2000 sono ubicati in circoscritte e ben determinate zone costiere l’avviso esclude di fatto la maggior parte delle aziende agricole insistenti sul nostro territorio.
Laddove, la mancata individuazione amministrativa dei siti “ad alto valore naturalistico”, sembra tradire i principi e gli obbiettivi del bando, circoscrivendo oltremodo i già risicati margini di applicazione della misura.
Tra le altre cose, è appena il caso di rilevare che la Determinazione dell’Autorità di Gestione del PSR è strutturata in maniera tale da escludere a priori, dal novero dei possibili beneficiari, le aziende condotte in regime di integrato cui viene riconosciuto un punteggio di soli 20 punti, ben al di sotto della soglia minima di partecipazione di 25 punti; viceversa potrebbero accedervi le aziende che fanno un uso meno regolamentato di pesticidi e prodotti fitosanitari entro l’Area Natura 2000 (60 punti), ispirandosi a non meglio precisati parametri di sostenibilità ambientale.
Al di là delle opinabili repliche dell’Assessore Di Gioia, la Regione dovrebbe far luce su tali evidenti incongruenze, se vuole evitare che il legittimo riferimento ai dichiarati principi ed obbiettivi di tutela ambientale, venga anche questa volta relegato a mera enunciazione di principio.
comunicato stampa – movimento 5 stelle
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