Riceviamo e Pubblichiamo

L’ultimo decreto legge  sulla semplificazione della pubblica amministrazione, tra le altre misure, ha previsto la soppressione delle Sezioni Distaccate dei Tribunali Amministrativi Regionali, tra cui quello di Lecce.

Tale scelta si pone nel solco dell’oramai inveterata tecnica del “taglio lineare” adottata dagli ultimi governi,  ed operato senza un serio e preventivo bilanciamento  tra i costi e i benefici scaturenti dall’opzione di taglio.

Nel caso di specie, sono fermamente convinto che il Tribunale Amministrativo assolva all’importantissima funzione di garantire la  legittimità dell’azione delle pubbliche amministrazioni, tra cui, non per ultima, quella del Comune in cui sono stato chiamato a svolgere il mio ruolo di Consigliere.

Inoltre, la soppressione di un presidio di giustizia e legalità non potrà mai, all’infuori di casi patologici, non rappresentare motivo di seria preoccupazione, soprattutto per il vulnus inflitto ai diritti dell’utente cittadino.

Sono innumerevoli i settori e le tematiche in cui il Tar si pronuncia a sostegno della domanda del privato, tra cui l’urbanistica, l’edilizia, l’ambiente, il lavoro, la salute, ecc.

Ma le ragioni che mi inducono ad assumere una posizione di contrarietà netta alla scelta del governo sono più analitiche e profonde.

Innanzitutto, il taglio delle poche sezioni distaccate dei Tar arrecherebbe un risparmio davvero modesto alle casse pubbliche, risolvendosi, di fatto, in una scelta teleologicamente infelice.

In particolare, per quanto concerne il Tar Lecce, la sua soppressione genererebbe un risparmio nei costi della locazione dell’immobile occupato dagli uffici di poche migliaia di euro, a discapito, invece, della celerità ed efficacia del servizio garantito al cittadino, il quale si troverebbe certamente pregiudicato dal trasferimento del notevole contenzioso presso la sede barese, sia per un fisiologico rallentamento che ne deriverebbe al suo smaltimento, che per l’accrescimento dei costi sopportati dalle utenze delle province di Brindisi, Lecce e Taranto, che sarebbero inevitabilmente costrette a sopportare maggiori spese di giustizia.

Allo stesso tempo, non si può pensare che non vi sarebbero incrementi di costo per trasferire l’intera macchina amministrativa leccese presso gli immobili siti in Bari.

In secondo luogo, venendo allo specifico caso del Tar Lecce, non può trascurarsi di come tale Tribunale rappresenti un’eccellenza nel sistema giurisdizionale amministrativo, vantando, a fronte di un numero di ricorsi pendenti superiore alla Sezione Centrale di Bari,  un’efficienza nella trattazione dei giudizi di gran lunga superiore al trend nazionale.

Perciò,  risulta apprezzabile la convinta ed efficace opera di mediazione che i nostri rappresentanti istituzionali pugliesi  stanno conducendo con successo nelle sedi parlamentari affinchè venga emendato il decreto legge in fase di conversione e salvato dalla soppressione il nostro Tar.

Allo stesso modo, il sottoscritto, nella sua qualità di Consigliere Comunale e di operatore del diritto, si augura che il Consiglio Comunale di Ostuni, così come altri hanno già fatto, assuma una posizione chiara e netta a sostegno dell’importante battaglia in corso, sì da contribuire alla formazione di quella massa critica necessaria alla salvaguardia dell’importante presidio di giustizia, ponendo uno specifico ordine del giorno sull’argomento che vedrà, senz’altro, il sottoscritto tra i primi firmatari.

Avv. Giuseppe Tanzarella