“Chiedo che tutti i soggetti interessati si facciano promotori a livello europeo di una proposta di modifica del decreto legislativo n.152/2006 (il testo unico in materia ambientale), la cui interpretazione restrittiva penalizza economicamente le piccole aziende agricole pugliesi nello smaltimento dei residui vegetali da potatura” è in sintesi la richiesta del consigliere Pd, Giovanni Epifani, che torna sulla problematica con una lettera indirizzata al ministro delle Politiche Agricole, Maurizio Martina, ai membri pugliesi del Parlamento Europeo e agli assessori alle Risorse Agroalimentari, Fabrizio Nardoni, e all’Ambiente, Lorenzo Nicastro.
Spiega Epifani nella lettera: “Da sempre gli ulivicoltori considerano i residui vegetali della potatura un prezioso prodotto della loro attività agricola sia in quanto fonte di ulteriore reddito perché da detti residui si ricava legna pregiata da combustione molto richiesta dal mercato locale, sia perché la parte meno litoide viene macinata e la materia organica così ottenuta distribuita sul terreno oppure direttamente incenerita sui campi con micro-combustioni. Tuttavia un’interpretazione restrittiva del decreto n.152 induce a considerare la parte meno litoide dei residui vegetali della potatura un rifiuto speciale non pericoloso e in tal caso il produttore è soggetto alle norme e alle prescrizioni del decreto. Di fatti sono frequenti gli episodi in cui le forze dell’ordine contestano agli ulivicoltori la secolare pratica di incenerire sul suolo agricolo i residui vegetali della potatura degli uliveti per violazione del decreto, che prevede sanzioni quali l’arresto da tre mesi ad un anno o l’ammenda fino a 26mila euro”.
“Tra le varie ragioni per cui il legislatore europeo dovrebbe modificare la legge – continua Epifani – ce n’è una che prevale su tutte ed attiene alle finalità prioritarie che ogni buona gestione dei rifiuti dovrebbe perseguire. L’ulivicoltore infatti attua uno smaltimento in proprio, recuperando la parte litoide (legna) dei residui della potatura e macinando o incenerendo la parte residuale con successivo ‘spandimento’ della sostanza così ottenuta. Pratiche queste che rigenerano in maniera naturale il terreno e che contribuiscono alla diminuzione dell’inquinamento ambientale, riducendo il conferimento in inceneritori o discarica di rifiuti speciali non pericolosi, secondo modalità e finalità contenute nello stesso decreto”.
“Chiedo pertanto – conclude il consigliere Pd – che la questione venga portata sia in sede di Conferenza Stato-Regioni che nel Parlamento europeo visto che la questione è strettamente vincolata dalle direttive comunitarie. Non avendo le Regioni alcuna competenza, né legislativa, né di disciplina, chiedo che il governo e che i parlamentari pugliesi dell’Ue si impegnino per far approdare la questione nelle sedi europee preposte ed elaborare una modifica del decreto, senza la quale le piccole aziende agricole continuerebbero ad essere ingiustamente penalizzate a causa di una interpretazione troppo rigida delle norme”.