Riceviamo e pubblichiamo
Due modi di vedere il PD. Un caldo week end in casa democratica, nella nostra casa. Un dibattito duro, aspro, fra “leopoldini” e gente di piazza. Un dibattito nel quale, ormai, il popolo del PD siede in mezzo, disorientato dalla condizione di incipiente lacerazione del Partito, che ogni giorno domina sulla prima pagina dei quotidiani. Certamente fatico a stare al fianco di chi afferma che gli scioperi vadano regolati prendendo ad esempio Russia e Cina. Due nazioni che forse hanno da insegnarci qualcosa su come far crescere il Pil, ma di cui non invidio particolarmente le condizioni di vita. Di chi ritiene che la disoccupazione sia da combattere sminuendo i diritti degli operai, e non, ad esempio, migliorando infrastrutture e produttività. Trovo un po’ stretta la visione di Partito leaderistica, in cui il temporaneo leader si arroga il diritto di dettare la linea politica costituendo, mentre iniziative proprie, un partito nel partito, ed annullando il dibattito interno, intenso luogo di democrazia. D’altra parte, nessuno creda che noi, giovane generazione del PD, riusciamo a riconoscerci in chi, troppo spesso, ha difeso lo status quo anziché i lavoratori, traducendo il nobile principio del “non lasciar indietro nessuno” in una lotta alla meritocrazia. E quindi? Fra leopoldini e gente di piazza dove ci schieriamo? Ci schieriamo, oggi e sempre, dalla parte della sinistra, di quella che sa ascoltare la gente, che cerca di intercettare tutte le situazioni di disagio e che mette al centro, in ogni situazione, la persona. Ci schieriamo per un Partito che sappia vivere il 2014, con tutte le sue contraddizioni e le sue difficoltà, e che sappia coinvolgerci nei processi decisionali, non solo per ratificare scelte fatte altrove, ma per dire la nostra ed incidere realmente nella vita della nostra comunità. La nostra strada proviamo a tracciarla partendo da Ostuni. Con l’elezione di Silvestro Iaia, maestro prima che compagno di partito, ci auguriamo emerga fortemente l’identità di questo partito, che tenga sempre presenti le istanze di sinistra ma che le coniughi con le esigenze che la rapida evoluzione del mondo comporta, ma soprattutto, che porti i giovani militanti ad essere classe dirigente e non solo marionette.
Giovani Democratici Ostuni