Come nelle previsioni, è il punto riguardante la trasformazione di destinazione d’uso della zona artigianale a catalizzare, in avvio dei lavori, le attenzioni del consiglio comunale. Sei i punti all’ordine del giorno, dalla richiesta di edificazione di una nuova parrocchia in contrada Santa Caterina, all’approvazione della convenzione del Sac (il Sistema ambientale e culturale) “La via Traiana”, dall’analisi del nuovo piano per il diritto allo studio 2014/2015 all’esame del regolamento per la disciplina delle riprese audio-visive delle sedute del consiglio comunale, punto, quest’ultimo, proposto dal gruppo consiliare del Partito Democratico.
Dopo il rinvio alla prossima seduta, deciso per il primo punto all’ordine del giorno, quello relativo alla costruzione di una nuova parrocchia in contrada Santa Caterina, motivato dalla necessità, evidenziata dall’assessore Paolo Pinna, di approfondire il provvedimento, ad animare subito il confronto in aula è il punto iscritto al numero due nell’agenda degli argomenti posti all’attenzione dell’assise, quello relativo alla modifica della destinazione d’uso della zona artigianale, sia nell’area di contrada Santa Caterina, sia in quella della zona Scopinaro.
E’ l’assessore Pinna a prendere la parola: “Un’area sviluppata in maniera anomala – ha sottolineato – che prevedeva solo il 20% di immobili residenziali ma dove, invece, molti dei fabbricati costruiti in base al Prg vigente, sono stati trasformati dalla conformazione originaria di uffici ad abitazioni vere e proprie, destinati quindi ad utilizzo residenziale, così come è stato certificato dall’attività ispettiva effettuata dalla Polizia Municipale nel 2013, che ne ha verbalizzato oltre 82. La precedente amministrazione – ricorda l’assessore Pinna – attraverso una variante di salvaguardia ha applicato una sorta di sanatoria, con la quale si è provato a risolvere la situazione. Oggi però, dopo aver ereditato questa situazione, ci troviamo nella situazione di dover fronteggiare un vero e proprio problema di carattere sociale. Noi non vogliamo trasformare l’area da artigianale a residenziale nè, assolutamente, attuare una sorta di condono edilizio.
Vogliamo invece, attraverso questo provvedimento, indicare una soluzione che ci sembra la migliore possibile, indicare un termine utile per presentare le domande di destinazione d’uso. Abbiamo pensato di proporre un limite alla presentazione delle istanze al 22 dicembre 2014. Per quella quella data abbiamo pensato di fissare il pagamento di un acconto forfettario comprensivo sia della monettizzazione delle aree a standard, pari a 50 euro a metro quadro in base al piano Casa del 2009, sia per il contributo di costruzione che, se dovuto sarà contemplato nei costi. Abbiamo pensato alla chiusura del procedimento stabilendo come possibile scadenza il 30 giugno 2015 con il saldo sia della monetizzazione sia del contributo di costruzione, ripeto, se dovuto. Data che coincide anche con la cessione che il consorzio dovrà fare per le opere di urbanizzazione primarie. Così anche per Scopinaro. Tempi ristretti anche per dare certezze agli stessi residenti”.
Immediata la replica delle opposizioni, affidata in avvio all’indipendente Nicola Santoro: “Mi sembra esagerato parlare di problema sociale, anche se è un problema di rilevante importanza e merita attenzione e soluzione, ma nel rispetto della legge. E questa delibera presentata questa sera in aula mi genera dubbi e perplessità rispetto al fatto che si possa applicare così sic et simpliciter. Non vorrei che i cittadini fossero chiamati a pagare somme di denaro per poi non riuscire a raggiungere l’effettivo scopo.”
Prende la parola il consigliere Moro: “Diciamo a no questo provvedimento che invece di salvaguardare gli interssi di chi vi abita, a mio parere tutela gli interssi di chi vuol fare in quella zona speculazione edilizia.”
Gli fa eco il consigliere Giuseppe Tanzarella: “La delibera così come è stata confezionata dalla maggioranza e illustrata dall’assessore lascia alquanto perplessi perchè affronta una problematica così complessa e ricca di sfaccettature tecniche in maniera improvvisata e superficiale sull’onda della legittima voglia di risolvere il problema prima possibile. Così com’è confezionato questo provvedimento rappresenta un vero e proprio condono edilizio.”
Dalla maggioranza prende la parola Giuseppe Bagnulo: “Noi vogliamo risolvere una situazione che coinvolge ben 280 famiglie. Se non volete farlo abbiato il coraggio di dirlo espressamente qui in consiglio“.