Carmela Riccardi

Gent.mi Candidati Sindaci di Ostuni, Vi ringrazio per il riscontro che avete dato alla mia lettera* e non sapendo se sarà possibile un confronto pubblico con entrambi sulle questioni che vi ho posto, ritengo che sia necessario precisare cosa si intende per Pianificazione Strategica Partecipata e lo ripeto con le parole del Prof. Edoardo Salzano: avviare una Pianificazione Strategica significa “…assumere una prospettiva di lunga durata in un campo di decisioni diverso da quello militare (dove vige un regime monocratico) comporta la necessità di assicurare alle decisioni un consenso ampio, che vada al di là delle oscillazioni della politica e quindi possa garantire la continuità del processo. Ecco allora che, dove si opera in un ambito caratterizzato da un regime democratico, il concetto di strategia deve arricchirsi di quello di consenso”.
Riassumo prima di approfondire le proposte che Vi faccio:

UNA COSTITUENTE PER IL FUTURO DI OSTUNI ED UN CONCORSO INTERNAZIONALE PER IL PIANO STRATEGICO PARTECIPATO
La pianificazione strategica partecipata è un modello di governo locale ed europeo ed è uno strumento differente agli attuali strumenti urbanistici, dal PUG, Piano Urbanistico Generale, e di tutte le pianificazioni di settore quali il PUMS, Piano Urbano della Mobilità Sostenibile. In Europa vengono date molte opportunità quali il secondo Piano strategico Horizon Europe 2025-2027 alle città che si dotano di strumenti di Pianificazioni Strategiche.

In Italia siamo allo sbando ed le stesse risorse del PNRR, sempre risorse finanziarie europee per i quali i cittadini si indebitano, non si utilizzeranno al meglio, per usare un eufemismo, proprio perché le città, i paesi e le stesse Regioni hanno solo poche opere pubbliche puntuali quasi sempre non condivise tra gli attori di chi governa e chi è all’”opposizione” sia a livello locale che nazionale. Non solo mancano progetti e tecnici all’”altezza” dell’indebitamento nelle pubbliche amministrazioni e mi domando perché gli amministratori si accorgano solo ora di queste carenze, ma manca soprattutto una visione condivisa del futuro delle città e dei paesi. Costruire una visione condivisa e strategica per il futuro delle città e dei paesi in una democrazia significa avviare un processo di democrazia deliberativa e partecipativa che coinvolga piccoli e grandi “portatori d’interesse” e gli stessi cittadini dopo averli resi “ competenti” attraverso la conoscenza sulle materie per le quali dovranno esprimere delle proposte e dei pareri.

Se ad Ostuni come in altre città si vuole colmare un deficit che riguarda l’incapacità di costruire un futuro per le città e la sua “campagna”, grande assente negli slogan elettorali, se si vuole una “ricostruzione delle idee” sui “fondamenti” di un nuovo sviluppo sostenibile in tutte le sue “declinazioni” sociale, economico e ambientale che riguarderà i prossimi 10/20 anni, occorre avviare come una vera e propria Fase Costituente che esige un complesso lavoro condiviso sin dalle premesse elettorali ed il PATTO dovrebbe essere fatto prima dell’esito elettorale dai candidati sindaci. Se ciascuno dei contendenti dopo aver vinto dice di fare il proprio Piano Strategico ci ritroveremo ad affrontare gli stessi fallimenti che purtroppo tutti gli strumenti urbanistici a cui da tempo purtroppo siamo abituati ad assistere.

Ultima nota se si ha la volontà di avviare questo processo Costituente per Ostuni occorre che l’amministrazione sia consapevole che ha bisogno di essere supportata da competenze tecniche ed interdisciplinari e per questo promuovere un Concorso Internazionale, perchè Ostuni è Internazionale, per la conoscenza dei suoi territori e della sua comunità dal punto di vista, delle sue infrastrutture, dei suoi servizi, dei suoi settori economici, sociali e ambientali, degli attuali impatti del turismo, dei cambiamenti climatici…… che preveda anche i processi deliberativi e partecipativi necessari per giungere ad un Piano Strategico e Partecipato.

Se i candidati Sindaci riuscissero a fare questo Patto Costituente su cosa dovrebbero motivare i cittadini a farsi votare? A mio parere dovrebbero dire tutte le loro priorità e le proposte che possono essere realizzate in cinque anni senza promettere azioni e progetti che richiedono tempi e realizzazioni di 10 /20 anni e senza richiedere sin da subito almeno un secondo mandato per realizzarle.

Nota: Come ha detto il Prof. Edoardo Salzano (2003) “L’origine del termine strategia va ricercato nella scienza militare, assieme a quello di tattica. La strategia è finalizzata al lungo periodo, all’intera condotta della guerra; la sua missione è raggiungere il fine ultimo. La tattica è finalizzata al breve periodo, a quel determinato e specifico episodio che è una parte, un segmento di quell’evento più vasto che è il campo della strategia.
“La strategia è la guerra, la tattica è la scaramuccia, la battaglia, la ritirata. Per vincere una guerra (strategia) si può anche perdere una battaglia o ordinare una ritirata (tattica).”.
“Ma assumere una prospettiva di lunga durata in un campo di decisioni diverso da quello militare (dove vige un regime monocratico) comporta la necessità di assicurare alle decisioni un consenso ampio, che vada al di là delle oscillazioni della politica e quindi possa garantire la continuità del processo. Ecco allora che, dove si opera in un ambito caratterizzato da un regime democratico, il concetto di strategia deve arricchirsi di quello di consenso”. (Salzano 2003)

* NON SI GOVERNA OSTUNI senza una visione per il suo futuro che coinvolga l’intera Amministrazione Comunale, maggioranza ed opposizione, cittadini, le associazioni e tutti gli operatori economici
Chiedo ai candidati Sindaci come intendano procedere perché il metodo di lavoro e di costruzione per un nuovo Piano Strategico e Partecipato per Ostuni.

Carmela Riccardi Architetta Contadina Residente ad Ostuni
3 aprile 2023

Perché Ostuni da oltre quarant’anni non riesce progettare e pianificare il futuro della città e dei suoi cittadini. Come si può costruire un nuovo Piano Strategico per Ostuni, quali solo le idee dei candidati sindaco? Si dovrebbe avviare una fase Costituente per la Ostuni con la partecipazione dell’intera Amministrazione Comunale di Ostuni, dei cittadini e di tutti gli operatori culturali, sociali ed economici del territorio del suo territorio.

NON SI GOVERNA DA SOLI UNA CITTA’
Ostuni sino ad oggi non ha saputo progettare e pianificare il futuro. Perché? Cosa fare?

Perché i cittadini di Ostuni dovrebbero interessarsi alle vicende dell’urbanistica? Perché la visione del futuro di Ostuni coinvolge necessariamente la sua pianificazione e quindi l’urbanistica. Perché il buon governo di una città dipende da questa noiosa, volutamente incomprensibile e maledetta urbanistica.

I destini dell’urbanistica (i piani della città) oggi più che mai sono gli stessi della politica: entrambe sono autoreferenziali e custodite gelosamente dagli addetti ai lavori che fanno di tutto per non farsi capire e non manifestare gli interessi perseguiti.

Ad oggi ad Ostuni come in altre città si tenta “colpi di maggioranza” di “disegnare” un proprio piano per il futuro. Ma cosi non funzione ciascun Piano elaborato dalla maggioranza di turno viene disatteso da una diversa maggioranza che successivamente vuole fare il suo piano per la città.

I cittadini vogliono risposte ai problemi che sono affrontabili solo a partire da una visione dal medio – periodo, almeno 15/20 anni: edilizia pubblica, mobilità sostenibile, traffico e dell’inquinamento ambientale…….

Chiedo quindi un confronto con i candidati sindaci di Ostuni e con gli stessi cittadini e tutte le istituzioni economiche e le associazioni del territorio.