Le sorti di una guerra, è risaputo, non vengono mai segnate da una sola battaglia. Meno che mai dalla “prima” battaglia.
E tuttavia da essa si possono ricavare informazioni importanti: le forze schierate in campo, strategie, potenza di fuoco, tattiche e tanto altro.
Così è stato l’altra sera, giovedì 10 luglio. Il campo di battaglia era la rassegna “Un’emozione chiamata Libro”, i due eserciti che si fronteggiavano erano, da una parte, quello del Generale Coppola – nuovo comandante in capo dell’Amministrazione ostunese- e, dall’altra, un esercito “invisibile”, ma non per questo (o forse proprio per questo) altrettanto agguerrito e pericoloso: l’esercito degli scettici, dei criticoni, di coloro che aspettano al varco con fare sornione pensando “voglio proprio vedere cosa combinano questi qua” (magari auspicando i più clamorosi insuccessi). Oltretutto quest’anno lo scontro era stato preceduto da una bella polemica – che in questi casi non guasta mai – con tanto di lettere incrociate e articoli infuocati sui giornali, da parte di “ex” risentiti e/o estromessi.
A questo si è pure aggiunto (perché no?) la nefasta circostanza della precoce esclusione della Nazionale prandelliana dai mondiali di calcio ancora in corso, la quale cosa ha oltremodo inferocito l’esercito degli scettici (non altrimenti consolabili o distraibili, e quindi concentratissimi, magari, sull’opportunità di assistere ad una succulenta ecatombe locale).
Naturalmente, come ogni corrispondente di guerra che si rispetti, noi cercheremo di non schierarci, riportando il più fedelmente possibile la mera cronaca dei fatti.
Ebbene, giovedì scorso è finalmente arrivata la serata di avvio e si è tenuto il “primo” incontro della rassegna “Un’emozione chiamata Libro”, giunta alla 18^ edizione, la “prima” della cosiddetta nuova edizione. In programma, la presentazione del libro di Eva Cantarella dal titolo “Perfino Catone scriveva ricette”.
Va preliminarmente detto che c’è stata una notevole variante, la pioggia, che ha privato la serata della splendida cornice costituita dal quel luogo magico che è il chiostro di San Francesco. Quindi è scattato il Piano B e l’incontro, causa condimeteo avverse (!), è stato spostato nella meno capiente sala consiliare del comune, che pertanto era affollatissima, con molta gente che è rimasta anche in piedi.
Ha aperto la serata Pierangelo Buongiorno, il nuovo e giovane assessore alla cultura (che ha dichiarato di avere 33 anni. “L’età giusta per essere messo in croce..”, ha mormorato subito qualcuno del pubblico). Col suo modo di fare pacato, competente e rassicurante Pierangelo Buongiorno ha spiegato che tutta la manifestazione è stata organizzata a tempo di record ma non a discapito della qualità, come del resto dimostrato dal calibro degli autori in rassegna. A tal proposito, ha subito ringraziato i suoi luogotenenti, coloro che lo hanno coadiuvato in tale impresa, ossia il professore Ettore Catalano, docente di Letteratura Italiana presso l’Università del Salento, e la “nostra” Giusy Santomanco Caso, che ci ha ormai abituato alla sua vulcanica attività di promozione della cultura anche in precedenti tempi di calma piatta, e anche al di fuori di circostanze ufficiali.
Poi ha preso la parola il comandante-sindaco, Gianfranco Coppola, il quale – nel ricordare il terrore che suscitava in lui la professoressa di latino e greco ai tempi del liceo (…Carmelina Buongiorno, che più generazioni ricordano), ha dato il benvenuto alla scrittrice Eva Cantarella, esperta di Diritto romano e di Diritto greco. Quello del sindaco è stato un intervento sobrio, senza alcun cenno polemico né roboanti rivendicazioni, piuttosto da impeccabile padrone di casa, di quelli che si preoccupano di accogliere l’ospite con garbo, cercando di metterlo subito a proprio agio.
Quindi è iniziata la serata vera e propria, con la cultura finalmente in primo piano.
Il prof. Ettore Catalano ha evidenziato che alla scrittrice Eva Cantarella, esperta di Diritto antico, già docente universitaria (da ultimo a Milano), va riconosciuto il merito di adoperarsi per la diffusione della cultura del mondo antico anche fuori degli ambiti scolastici, sottolineando che certe “curiosità” – riguardanti il sesso, le ricette culinarie e tutte le altre abitudini della vita quotidiana degli antichi – sono oggettivamente stuzzicanti per tutti, studenti e non.
Un leggero calo di tensione da parte del pubblico si è registrato durante il successivo intervento della professoressa Francesca Lamberti dell’Università del Salento la quale, forse presa dall’eccessivo entusiasmo per il libro, probabilmente si stava dilungando in dettagli. Fatto sta che si è levata una voce dalla platea (liberatoria anche se non propriamente elegante) che ha gridato “Vogliamo sentire la Cantarella !”
E così l’autrice, Eva Cantarella, ha preso il microfono e ha cominciato a parlare del suo libro. Ha spiegato che il titolo originario, quello che lei gli aveva dato, era “Paese che vai” . E’ stato poi l’editore a suggerire l’attuale titolo che noi, in tutta franchezza, condividiamo – preferendolo a quello originario – anche perché non appena si legge Perfino Catone scriveva ricette immediatamente si ha un’idea dell’antica Roma e dell’angolazione per così dire “quotidiana” del contenuto. Infatti il libro svela segreti, curiosità e abitudini della vita di tutti i giorni degli antichi greci e romani, dalla vita coniugale alle ricette culinarie, dalla cura del corpo allo sport, dai giochi al sesso. Ha spiegato la scrittrice, per esempio, che il fenomeno del machismo non è un’invenzione moderna, ma ha radici antiche: infatti anche gli antichi romani pare si si vantassero di strabilianti (quanto inverosimili) imprese amatorie con le prostitute. La Cantarella ha tenuto a fare una precisazione: poiché considera il nostro patrimonio culturale un bene di inestimabile valore, che non deve in alcun modo essere disperso, ritiene che il suo lavoro di scrittura e di divulgazione sia una vera e propria forma di impegno civile. “Però – ha più volte sottolineato – non ci può essere divulgazione se prima non c’è stata una seria ed approfondita ricerca” (in ciò polemizzando con certa televisione che, a suo avviso, spesso divulga clamorose imprecisioni sul mondo antico).
Eva Cantarella, che ha dialogato con Loredana De Vitis, ha trasmesso ai presenti la sua notevole conoscenza della materia con grande classe ed eleganza, che non ha perso nemmeno quando – in chiusura – qualcuno del pubblico le ha posto domande dai vaghi toni polemici.
Insomma, nel complesso, la serata è stata interessante e piacevole.
L’esercito degli scettici, nonostante la pioggia dalla sua parte, avrà sicuramente accusato il colpo. Se questa pima battaglia non può essere stata decisiva, però ha dimostrato che la nuova gestione è in grado di mettere in campo un’autentica macchina da guerra.
Prima di lasciare la sala, ho voluto salutare Eva Cantarella e complimentarmi con lei.
“Sarà affascinante curiosare qua e là nel mondo antico ?” le ho chiesto.
“In realtà io …mi diverto” mi ha risposto immediatamente. E in quel momento la sua espressione non mi è sembrata quella di una integerrima studiosa, quanto quella di una impenitente monella.
Pasquale Scalone