Martedì 25 Novembre  in occasione della Giornata internazionale contro la violenza sulle donne alcune associazioni culturali e di solidarietà di Ostuni  quali il Presidio del Libro, il Comitato 50/50, Auser , Folletti e Folli e il Tocco di un Angelo organizzano, con il patrocinio del Comune, presso lo Slow Cinema in c.so Mazzini, alle ore 19 con ingresso libero, un evento tra note e parole con la proiezione del film “La Bestia nel cuore” di Cristina Comencini.

L’evento vuole, ricordando la risoluzione numero 54/134 del 17 dicembre 1999 dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, che ha istituito la giornata, sensibilizzare l’opinione pubblica in questo giorno e non solo ed essere un segno della partecipazione alla ricorrenza. Attraverso nuovi linguaggi ugualmente espressione d’ impegno civile, si spazierà sulla condizione della donna dalla dimensione più intima e privata a quella più ampia nella società.

La proiezione del film tratto dall’omonimo romanzo della regista-autrice, che racconta il fondo oscuro di ognuno di noi, che ci portiamo dentro fin da bambini, sarà preceduta da una reading della cantautrice e autrice Antonella Colucci,  seguita dalle note musicali del prof. Giovanni Francioso.

Nella stessa giornata non si può non ricordare la terribile successione di infiniti orrori e violenze, di cui, purtroppo, ci informa la cronaca; in Italia dall’inizio di questo anno sono avvenuti 96 casi di femminicidio, e nello stesso tempo non  si può non sperare che tutto questo debba davvero aver fine per sempre.  La discriminazione contro il genere femminile continua ad avere mille facce, non sempre facilmente riconoscibili, più spesso subdole e impercettibili e riguarda tutta la comunità dai bambini agli uomini, alle singole persone, perché è ancora un fatto sociale e culturale.

Le diseguaglianze di genere sono tuttora un fardello per la maggior parte dei Paesi, ma non tali da impedire la necessità di un intervento femminile su temi di carattere sociale, per i quali occorre una maggiore sensibilità. Pertanto  è una questione di fondamentale importanza, mettere a disposizione della collettività tutte le risorse necessarie in nome di una democrazia paritaria, che colmi un deficit sociale, abbattendo gli stereotipi e i ruoli convenzionali degli uomini e delle donne.

Per rendere più tracciabile e quindi più facile da ridurre la distanza tra uomini e donne, dal 2010 l’Organizzazione delle Nazioni Unite elabora un indice delle diseguaglianze di genere, che calcola la cosiddetta perdita di progresso causata dalla discriminazione, misurando vari indicatori come la salute riproduttiva, l’accesso al potere politico, l’educazione, l’emancipazione, il lavoro e il reddito.

Il genere di appartenenza influenza meno le possibilità di vita nella Slovenia, mentre lo Yemen è all’ultimo posto nella classifica. L’educazione è l’ambito dove ci sono meno disparità, eppure restano grandi le differenze tra i Paesi più sviluppati e il Sudest asiatico.

Maria Concetta Nacci