Gli agenti del Commissariato di Ostuni, hanno tratto in arresto un pregiudicato di Ostuni per stalking
Continua l’attività di controllo del territorio da parte del personale del Commissariato di P.S. di Ostuni, diretto dal Commissario Capo Gianni ALBANO.
Nell’ambito delle direttive rese dal Questore di Brindisi, Dottor. Roberto GENTILE, tese alla prevenzione e repressione dei reati in generale ed, in particolar modo, di quelli che offendono la persona, nella giornata di ieri, personale del Commissariato della Città Bianca dava esecuzione ad un’Ordinanza di applicazione delle misura cautelare degli arresti domiciliari emessa dal G.I.P. Dottoressa Tea VERDEROSA su richiesta del P.M. presso la Procura della Repubblica di Brindisi, Dottor Pierpaolo MONTINARO, nei confronti di un pluripregiudicato del posto identificato in Marco CALO’, classe 1984.
Lo stesso, sul cui capo pendono le accuse di stalking, minacce e lesioni personali aggravate, violenza privata e detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti, dopo le formalità di rito, è stato condotto dai poliziotti ostunesi presso la sua abitazione, ove dovrà rimanere a disposizione della competente Autorità Giudiziaria.
Più nei dettagli, i particolari dell’indagine svolta: all’inizio del mese di aprile del corrente anno, una donna di origini straniere, da diversi anni residente in Ostuni, si presentava presso gli uffici del Commissariato per raccontare, in sede di denuncia, il suo incubo, vissuto da diverso tempo a causa di un uomo del posto. La vittima riferiva di averlo conosciuto nel corso dell’estate del 2015 attraverso delle amicizie e delle frequentazioni in comune e, sin da subito, iniziava a corteggiarla con insistenza, manifestandole il suo forte e deciso interesse.
Allontanatasi da Ostuni per ragioni familiari, una volta rientrata nel mese di marzo del 2016, veniva puntualmente avvicinata dall’individuo che, ne aveva atteso il ritorno, non avendola mai dimenticata del tutto. Nonostante il fermo e deciso rifiuto da parte della donna, l’odierno arrestato, non desisteva dalle sue intenzioni, appostandosi sotto la sua abitazione, pedinandola lungo i tragitti da lei effettuati nel corso della giornata e piombando improvvisamente nei pressi o addirittura proprio sui luoghi da lei frequentati, facendo in modo che la sua fosse una presenza asfissiante ed ingombrante.
Le condotte persecutorie non cessavano minimamente neanche allorquando la denunciante iniziava una relazione sentimentale con un altro uomo, anzi, proprio questa circostanza ha costituito l’inizio di un ulteriore inasprimento delle azioni dell’aguzzino.
Infatti, da quell’istante in poi, lo stalker intensificava i suoi contegni opprimenti, non mancando ogni sera, fisso di fronte all’uscio dell’abitazione della signora, di farle percepire la sua presenza, chiedendo innumerevoli volte di poter entrare all’interno, suonando insistentemente al campanello, in particolar modo allorquando nell’appartamento era presente il compagno della donna.
Quest’ultimo, addirittura, abbandonata la casa dopo cena per far rientro nella sua abitazione, veniva letteralmente aspettato dal manigoldo che, raggiuntolo, lo tempestava di calci e pugni dopo averlo inseguito e fatto cadere rovinosamente a terra, colpendolo con un oggetto contundente alla testa, procurandogli una grossa ferita lacero-contusa al cuoio capelluto-
Tutto questo perché aveva osato avvicinarsi alla denunciante che, a dire dello stalker, era e doveva essere solo sua e di nessun’altro, minacciando di “levarlo dalla faccia della terra” se solo avesse provato ad avvicinarla anche una sola altra volta e stessa sorte avrebbero avuto tutti quelli, nessuno escluso, che si fossero spinti anche fin solo a parlare con la vittima.
Questa, atterrita per l’incubo vissuto e terrorizzata dalla possibilità di vedersi piombare dinanzi da un momento all’altro l’uomo, non andava più a dormire senza aver messo le serrature di sicurezza a porte e finestre, temendo fortemente che lo stesso potesse introdursi all’interno da un momento all’altro, come, effettivamente fece, quando si arrampicava sin su al balcone e con un violento calcio, mandava in frantumi il vetro, entrando nell’abitazione, iniziando a toccare, abbracciare e tentare di baciare la malcapitata che cercava di respingerlo con tutte le sue forze sinché il violento non si vedeva costretto ad allontanarsi per il sopraggiungere di una Volante del Commissariato, contattata dal vicinato per le grida di disperazione udite.
Una volta allontanatosi, però, continuava a tempestarla di telefonate e messaggi minatori con cui “prometteva” i più cruenti mali all’indirizzo della donna e del suo attuale compagno cui avrebbe continuato ad impedire di vivere serenamente, cercando in tutti i modi di fare il vuoto attorno a loro, facendoli perdere anche il lavoro, mettendo volutamente i due in cattiva luce coi proprietari di un locale ove la denunciante svolgeva le proprie mansioni di cameriera.
Difatti a seguito delle innumerevoli scenate ed “improvvisate” fatte dal CALO’ sul luogo di lavoro, la donna veniva licenziata mentre il suo compagno, già violentemente aggredito, veniva minacciato ogni volta che i due si incontravano, ed in un’occasione il CALO’ gli brandiva anche contro un coltello, e questo, solo ed esclusivamente per indurre il fidanzato ad interrompere la relazione sentimentale con la perseguitata.
Ormai esausta di tutto quanto subito, delle violenze fisiche e psicologiche patite, accettava di incontrare il suo aguzzino che, con scusanti di circostanza e di facciata, le aveva promesso che dopo quell’incontro, l’avrebbe lasciata in pace, facendole vivere nuovamente la sua vita.
Un errore fatale, quello della donna che, una volta in compagnia dell’uomo, rimaneva vittima di ogni sopruso dal momento che lo stesso iniziava a percuoterla con violenti schiaffi e pugni sul corpo e sulla faccia, la afferrava per i capelli, strappandole una ciocca, la strattonava, la scaraventava a terra e le sferrava due calci alle gambe.
Solo l’intervento di alcuni passanti e le sirene in lontananza della Volante della Polizia allertata per il violento pestaggio in strada inducevano il vile a darsi a precipitosa fuga, rendendosi momentaneamente irrintracciabile.
Ma ciononostante, la particolareggiata attività di ricostruzione investigativa dell’intero accaduto effettuata dai poliziotti del Commissariato di P.S. di Ostuni, consentiva di mettere a disposizione della competente Autorità giudiziaria, una serie di riscontri e di evidenze probatorie che, collegate alla pericolosità sociale dell’arrestato, desunta dai suoi innumerevoli precedenti penali per reati contro la persona ed il patrimonio e dal concreto pericolo di ripetizione delle condotte persecutorie, ove lasciato libero di agire, portavano all’adozione dell’ordinanza di custodia cautelare con sottoposizione agli arresti domiciliari del CALO’ Marco.
Per la denunciante ciò rappresentava la fine di un incubo e l’inizio di una graduale riappropriazione della sua esistenza “violentata”.
La vicenda descritta consente di porre l’accento sull’importanza dell’atto di denuncia in generale ed, in particolar modo, in questo genere di situazioni in cui, anche una decisione ritardata di rivolgersi alla Polizia di Stato può essere fatale e rappresentare un punto di non ritorno per le vittime di soprusi e maltrattamenti di ogni genere.
Le malcapitate, inoltre non devono mai farsi abbagliare da false promesse fatte dai violenti, evitando di incontrare i propri aguzzini da sole, dato che ciò potrebbe anche rivelarsi terribilmente fatale.
Proprio per ciò, la Polizia di Stato, costantemente in prima linea nell’azione di prevenzione e di repressione dei reati rientranti nella c.d. violenza di genere, invita la Collettività tutta a rivolgere alle Istituzioni competenti le dovute ed importanti segnalazioni, al fine di non dare un ulteriore possibilità di violenza ai propri aguzzini e onde bloccarli con fermezza e decisione, prima che possa essere troppo tardi.
Comunicato Stampa Polizia di Stato Ostuni