Tutto pronto per la festa di San Biagio

Nelle ultime ore, intanto, il Tar si è espresso sulla fruibilità dei luoghi in cui si trova la cripta sui colli della Città Bianca.

Ostuni Santuario San Biagio
Ostuni Santuario San Biagio

La città onora domani, 3 febbraio, San Biagio, primo patrono della città, santo protettore della gola, vescovo e martire venerato ad Ostuni fin dalla notte dei tempi. Biagio nacque a Sebaste, in Cappadocia, e, convertitosi al Cristianesimo, fu perseguitato sino al martirio avvenuto il 3 febbraio 316 d.C. quando fu giustiziato con la decapitazione.

Eletto vescovo nella sua città natìa, nella metà del secolo XI fu costretto a lasciare il suo paese per salvarsi dall’invasione dei turchi. Tra i profughi che approdarono a Brundisium e nel territorio collinare di Astuneon vi furono monaci e fedeli che diffusero la devozione a San Biagio in questi luoghi, estendendola in seguito in tutta l’area della Grecia.

I monaci si stabilirono sulle colline ad occidente dell’attuale Ostuni e, in quelle grotte, fissarono la loro dimora. Risalendo al Medio Evo quando ogni città eleggeva un Santo Patrono alla cui protezione erano affidati gli uomini e le loro case, Ostuni elesse San Biagio, più di mille anni fa, chiedendo l’intercessione protettiva per il borgo che aveva un ruolo strategico in questa parte dell’Apulia proprio per la sua ubicazione ed il suo approdo sul mare.

Come accertato dallo storico Luigi Greco, le origini della chiesa a lui dedicata «e del modesto complesso abitativo adiacente, sede dell’oblato fino agli inizi del secolo scorso, risalgono al XII secolo e diverse pergamene lo stanno ad attestare in modo inconfutabile. I primi ad abitare nel basso medioevo il piccolo insediamento di San Biagio in Rialbo furono alcuni oblati basiliani che dai vescovi di Ostuni ottennero i terreni circostanti, oltre agli animali ed al sostegno economico per intraprendere le loro attività.

Il romitorio è formato da una modesta chiesetta in stile romanico addossata ad una cavità rocciosa (parte ipogea) dove fino a pochi anni fa si scorgevano tracce di affreschi alto medievali riconducibili alla presenza dei monaci basiliani. Le testimonianze storiche sull’argomento si ritrovano nelle opere di vari stu diosi locali tra cui Ludovico Pepe, Cosimo De Giorgi, Giovanni Tarantini ed altri. All’interno della chiesa si l’altare in pietra gentile, di stile barocco, e la statua di San Biagio, opera dello scultore ostunese Giuseppe Greco a cui fu commissionata dall’arcidiacono Carlo Petraroli nel 1780 circa».

Il santuario di San Biagio costituisce uno degli esempi di insediamento monastico lungo tutta l’area delle Murge meridionali e testimonia l’influenza dell’oriente bizantino sulla Puglia lungo i secoli che vanno dal IX all’XI. Vi si accedeva dagli antichi tratturi che ancora conservano le forme tradizionali impresse dai loro artefici. La città di Ostuni da sempre ha contribuito alle spese relative alla conservazione del monumentale complesso ed al mantenimento degli oblati addetti alla custodia della chiesa.

Nei protocolli notarili, nelle carte dell’Archivio di Stato di Napoli concernenti gli antichi conti comunali resi alla Regia Camera della Sommaria, nell’Archivio Storico del Comune di Ostuni, si trovano numerosi documenti che attestano gli impegni finanziari e le continue premure degli amministratori del passato affinché il santuario fosse conservato nella migliore condizione possibile.

Ora come allora, numerosi saranno i devoti non solo di Ostuni che si recheranno nella zona collinare per rinnovare la loro fede e devozione, partecipando, alle ore 10 e alle ore 15, sullo spiazzo superiore al tratturo che porta al Santuario rupestre, alle messe che verranno officiate sul posto. Alle ore 18, nella Basilica concattedrale, mons. Domenico Caliandro, arcivescovo della diocesi Brindisi-Ostuni, concelebrerà la solenne funzione al cospetto delle autorità e, al termine, gli officianti passeranno la reliquia del Santo sulla gola dei fedeli quale segno di protezione.

Nelle ultime ore, intanto, il Tar si è espresso sulla fruibilità dei luoghi in cui si trova la cripta sui colli della Città Bianca. Al Comune di Ostuni è stata riconosciuta la servitù di passaggio per giungere dalla strada provinciale alla chiesa rupestre, dopo le vicende che avevano visto i proprietari dei terreni e della masseria non concedere più il passaggio lungo i tratturi che conducono cripta, scavata nel monte Morrone.

Il giudice amministrativo, tuttavia, nel provvedimento ha sottolineato che il santuario può essere visitato solo se le condizioni di sicurezza lo consentono. Attualmente, stando a quanto affermato dai tecnici, è impossibile visitare in sicurezza il luogo di culto. Sarà quindi possibile solo recarsi sui monti e fruire degli spazi verdi antistanti la grotta, dove verranno celebrate le due sante messe.