In questi giorni sui canali social e sui media locali non si parla d’altro: il centro storico di Ostuni è quello di una città abbandonata a sé stessa, dove l’incuria e l’abbandono hanno preso il sopravvento con negozi e ristoranti completamente chiusi. Si è parlato tanto, tutti hanno dato formule magiche sulla destagionalizzazione, ma nessuno ha menzionato quelle attività che ogni giorno tengono le loro porte aperte e le loro luci accese. Si tratta di varie attività in molteplici settori, alcune a conduzione familiare, altre vere e proprie aziende strutturate.

«La mia è un’azienda che per poter essere aperta tutti i giorni ha bisogno del personale – afferma Angelo Carella di “Carella Ceramiche” –. Resta aperta con enormi sacrifici tutto l’anno, non fosse altro per i clienti che ogni giorno vengono a trovarci. Per far sì che ciò avvenga abbiamo investito per anni, restando aperti con perseveranza e senza abbandonare gli obiettivi. Per me è deprimente quando la gente chiede: “Ma perché è tutto chiuso?” Addirittura c’è chi chiede dov’è il centro storico, perché non sembra vero che un borgo fantasma possa essere il centro storico della famosa Ostuni».

I commercianti sono preoccupati perché sono molte le città del circondario, che stanno crescendo anche in virtù della classe dirigente che sta cambiando e si sta reinventando: «Io penso che questo paese meriti una classe imprenditoriale e politica visionaria all’altezza della città – prosegue Carella – è troppo semplice fare quello che si può con l’improvvisazione del periodo estivo, oppure puntualmente, nei primi mesi dell’anno parlare di destagionalizzazione per poi dimenticarsene a Pasqua con l’arrivo dei primi turisti. Abbiamo avuto una stagione lunghissima e questo dovrebbe segnare un punto di partenza e di incoraggiamento. Non ho formule magiche, ma credo che ci sia bisogno di progettualità, identità, perseveranza e differenziazione. La politica, o chi per essa, deve pensare a progetti di lungo termine, potrebbe anche mettere in campo gli strumenti che premiano “i virtuosi”».

Tra le proposte c’è sicuramente quella di rendere operativi tutto l’anno gli spazi degli esercizi pubblici con un metraggio minimo di occupazione e con dei premi per chi resta aperto tutti i medi dell’anno: «Un esempio potrebbe essere quello di usare un coefficiente diverso per stabilire il metraggio massimo di occupazione del suolo pubblico, sconto o maggiorazione sulla tassa rifiuti, un marchio o bollino di qualità, le soluzioni sono tantissime perché tutte le idee sono valide ed utili. Un centro storico con le attività aperte, vive ed illuminate, fatta eccezione ovviamente per le attività meramente stagionali, contribuirebbe anche a migliorare l’immagine della città».

Molti degli esercizi commerciali della «Città Bianca» hanno investito per abbellire il centro storico, nonostante le poche manifestazioni organizzate dalla gestione commissariale, proprio come ha fatto l’«Osteria del Tempo Perso», marchio storico della ristorazione ostunese: «Siamo aperti ormai dal lontano 1984. Sempre: anche nei mesi invernali per dare luce ed accoglienza in quella parte nascosta e bellissima del centro storico che ha fatto conoscere in tutto il mondo – afferma Antonello Carlucci proprietario del locale – oltre a quanti frequentano il nostro locale tutto l’anno. Come ogni anno specie nel periodo natalizio, ma in genere, cerchiamo di abbellire la nostra strada con luminarie, proprio questo invoglia la gente ad addentrarsi nella nostra viuzza, non solo per raggiungerci ma anche per ammirare le luminarie e la bellezza del nostro centro storico».

Tra gli operatori che restano aperti tutto l’anno anche lo storico bar Ayroldi che ha sede nel centro di Piazza della Libertà: «Posso solo dire che facciamo enormi sacrifici con tutta la mia famiglia per essere sempre presenti ad accogliere i turisti – afferma Piero Anglani –. La nostra attività è la prima cosa che gli ospiti della città vedono quando si arriva nel centro storico. Fosse chiuso, non si capirebbe nemmeno che quella è la famosa via Cattedrale e forse nemmeno si orienterebbero per salire su ed ammirare il centro storico. Quel centro storico che ha sempre rappresentato il fiore all’occhiello di Ostuni. È gremito di negozi di ogni genere che durante l’estate danno vita ad un movimento sfrenato e allora perché non sfruttare questo brand anche nei mesi invernali. Siamo la città che per nomea è la più conosciuta in Puglia, dobbiamo cercare anche con l’aiuto della nuova amministrazione di ritornare ad emergere non solo d’estate ma anche nei mesi che portano o chiudono la bella stagione».


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