Sulla via per l’Unesco è il titolo di «Tg2 Dossier», in nel weekend su Raidue. Si parla della via Appia, candidata diventare un sito Unesco.

La firma del protocollo d’intesa c’è stata il 10 gennaio scorso alle Terme di Diocleziano. Una candidatura che include anche la variante traianea per un totale di novecento chilometri. Un progetto che coinvolge quattro regioni, fra cui la Puglia, dodici tra province e Città Metropolitane, quindici Parchi, venticinque università e la Pontificia Commissione di Archeologia Sacra.

La via Appia, costruita tra il IV° e III° secolo a.C., è un collegamento diretto fra Roma e Capua (successivamente prolungato fino a Brindisi) con un tracciato rettilineo e agevole, con caratteristiche poi divenute fondamentali per tutta la rete stradale romana. I territori della provincia di Brindisi coinvolti sono, oltre al comune capoluogo, Ostuni, Fasano, Carovigno, Francavilla Fontana, Mesagne, Oria e Latiano, più la Riserva naturale di Torre Guaceto.

Una larghezza di circa 4,10 metri, una misura che permetteva un’agevole circolazione nei due sensi e larghi marciapiedi laterali. Fu detta dagli antichi la «Regina Viarum» per lo splendore dei monumenti sepolcrali che ne ornavano i bordi, lungo quasi tutto il percorso, come quello dedicato a Cecilia Metella, costruito tra il 20 e 30 a.C., per una nobildonna romana appartenente a una grande e influente famiglia. Un viaggio nella storia, quello che offre il cammino dell’Appia.


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