Hanno incontrato i cittadini. Hanno spiegato le loro ragioni ed i loro timori, che non sono pochi, in merito all’ormai prossimo piano di riordino ospedaliero. C’è un territorio da difendere.
Intere comunità che non si arrendono a decisioni che provengono dall’alto. Sindacati e società civile auspicano scenari diversi: ieri davanti all’ospedale di Ostuni il preludio di quanto avverrà domani a Bari, con un lungo corteo di protesta che chiederà a gran voce al presidente Michele Emiliano scelte opposte a quelle su cui gli uffici regionali stanno per dare il via libera. Manifesteranno il loro disagio.
Chiederanno ascolto all’esigenze di comunità che rischierebbero l’isolamento, ad iniziare dall’area Nord della Provincia di Brindisi. Ed è proprio da uno dei centri più vasti di questo territorio, Ostuni, che i rappresentanti territoriali di Cgil e Cisl, ieri, hanno iniziato a coinvolgere ed informare la cittadinanza comune su quanto di qui a breve potrebbe accadere negli ospedali della provincia. Non sono soli i sindacati in questa loro protesta. Almeno nella Città bianca, il mondo delle associazioni, rappresentato dal Forum della società civile, condivide le preoccupazioni manifestate ieri all’esterno della struttura di via Villafranca. «Saremo al fianco dei sindacati per dare ascolto ad una provincia che rischia di essere fortemente penalizzata». V
incenzo Cappetta presidente del Forum ribadisce i suoi timori, già espressi in passato, ora tornati d’attualità con la nuova bozza del piano di riordino. «Serve una decisione rapida che garantisca ai cittadini i livelli essenziali sia di assistenza a livello ospedaliero che territoriale. Questa attesa infinita sta vedendo soltanto la chiusura di servizi e strutture: questo vuol dire una mancanza di risposte alle esigenze dei cittadini. Chiudere i reparti perché manca il personale è la modalità più frequente di chi dovrebbe dare, invece, le risposte ai problemi della sanità». Una realtà preoccupante che interessa Ostuni, ma non solo: anche infatti, tutti quei centri limitrofi, che hanno come punto di riferimento la struttura della Città bianca.
«La situazione del’ospedale di Ostuni è complessa. Troppe ancora le incertezze: il trasferimento di Pneumologia – attacca Cappetta- annunciato ormai da mesi, ancora non si concretizza. Per non parlare della nuova piastra». Per completare quella che sarà in futura l’area dove si concentreranno tutte le maggiore attività in funzione ad Ostuni, dall’Asl si era parlato dell’estate 2017. «Al momento non si vede la possibilità che ciò possa verificarsi. Questa nuova ala ha una storia talmente assurda- spiega il presidente del Forum della società civile- che forse dovrebbe essere posta all’attenzione di altri organi». Cappetta sulla questione sottolinea un altro aspetto.
«Non è accettabile che con oltre 6 milioni di euro impegnati la nostra città non abbia ancora il completamento di spazi che potrebbero servire soprattutto per il miglior funzionamento del pronto soccorso. Qui c’è bisogno di strutture e personale: luoghi adeguati a rispondere alle esigenze reali dei cittadini di una zona ampia della Provincia di Brindisi che giunge ad Ostuni». Negli ultimi giorni, intanto,è riemerso il rischio del taglio di reparti, anche nella Città bianca, come Pediatria e Cardiologia, su cui, al momento, però, non c’è certezza. Se per il primo reparto le speranze sono ridotte, per il mantenimento a Ostuni di Cardiologia ci sarebbe ancora qualche spiraglio.
Fonte Nuovo Quotidiano di Puglia