0D726015 A7FD 4999 97E5 E4332C440009
0D726015 A7FD 4999 97E5 E4332C440009

Il presidente dell’associazione Borgo Ostuni interviene sulla Tassa di Soggiorno a pochi giorni dall’avvio della nuova stagione turistica.

Ostuni è uno dei 27 comuni pugliesi che applica l’imposta di soggiorno. L’imposta deve (o dovrebbe) essere riscossa da alberghi, B&B, affittacamere, campeggi, agriturismi, case vacanza e poi versata periodicamente al comune dalle stesse strutture ricettive.

La questione dell’imposta di soggiorno è annosa e porta a posizioni diverse a favore o contro a seconda di come la si osservi, coinvolgendo almeno 3 attori protagonisti: l’amministrazione, la struttura ricettiva e il turista. A questi si può aggiungere un quarto protagonista che spesso viene dimenticato: il cittadino. Quasi tutte le amministrazioni di città a vocazione turistica tendono ad inserire la tassa di soggiorno perché si sa quanto i bilanci comunali necessitino di risorse, l’introduzione non è sempre facile però, perché spesso le struttura ricettive che, come è normale che sia, devono tenere sotto controllo la leva del prezzo, a volte la osteggiano; sia perché temono di essere meno competitive sia perché devono assumersi la responsabilità di fare in qualche modo da “sostituti d’imposta”.
Per quanto riguarda questi primi 2 protagonisti le questioni principali da affrontare sono l’evasione, l’elusione, la riscossione e l’impiego dell’imposta stessa.

Questi temi fanno subito saltare agli occhi alcune criticità piuttosto evidenti nel nostro comune, anche se in verità abbastanza diffuse, ovvero l’esistenza di numerosissime strutture ricettive non censite (Federalberghi da diversi anni fornisce dati preoccupanti sulle strutture abusive presenti sulle piattaforme on line, in principal modo case vacanze e B&B) e la difficoltà da parte dell’amministrazione comunale a riscuotere in maniera efficiente l’imposta, infatti non esiste di fatto una forma attiva di riscossione da parte dell’amministrazione, perché è la struttura ricettiva che riscuote, dichiara e versa l’imposta.
Per affrontare e risolvere il tema dell’elusione e dell’esistenza stessa delle strutture non registrate la Regione Puglia ha deciso di istituire il Registro regionale delle strutture ricettive non alberghiere con l’attribuzione del “Codice identificativo di struttura” (CIS), un codice che dovrà obbligatoriamente essere citato in tutti i supporti pubblicitari utilizzati.

Ovviamente si tratta di una misura utile ma, a nostro avviso, non sufficiente a risolvere completamente il problema dell’abusivismo. La nostra proposta è che il comune assuma una persona, o contrattualizzi un consulente che si occupi specificamente della tassa di soggiorno, anzitutto contattando tutte le strutture – non registrate – presenti sui portali di prenotazione on line (Airbnb, booking, trivago etc.), informandole sulle modalità per mettersi in regola e guidandole in tal senso, oltre a stimolare attraverso pec, lettere o telefonate periodiche le strutture già esistenti al corretto e informato versamento dell’imposta. In alternativa esistono dei software come Paytourist, (progetto depositato presso il Ministero dello Sviluppo Economico) che servono ad integrare una gestione automatizzata della riscossione con il rilevamento sul web di annunci non regolari, snellendo le procedure di controllo per l’Ente pubblico.

L’esistenza di strutture non registrate purtroppo, non solo sottrae all’ente pubblico l’introito derivante dall’imposta di soggiorno ma rappresenta un nocumento e una forma di concorrenza sleale per le strutture regolari le quali pagano non solo questa, ma numerose altre tasse, tra le quali la TARI con aliquote ben più elevate di quelle delle normali abitazioni. Il fatto che esistano tante case affittate in maniera non regolare rappresenta anche un grave danno per i cittadini e per i turisti, perché fa aumentare indiscriminatamente il tasso di abbandono di rifiuti e la mancata raccolta, infatti molte delle abitazioni affittate illecitamente non essendo registrate non usufruiscono della raccolta dei rifiuti porta a porta (questo accade principalmente nelle campagne), con il degrado ambientale che ne consegue e la conseguente caduta di immagine dal punto di vista turistico.

I cittadini e i turisti, generalmente sono interessati al fatto che la città sia ben tenuta, curata, accogliente, fruibile e pulita. Non si può considerare il tema del turismo e dell’imposta di soggiorno solo ed esclusivamente in termini numerici ed economici, se un territorio è bello da vivere per i cittadini è bello anche da visitare per i turisti, viceversa se il territorio è degradato. In numerosi luoghi che hanno una tradizione turistica più antica della nostra, i cittadini sono arrivati ad un punto tale di saturazione che arrivano a respingere i turisti, Ostuni si trova in una fase piuttosto matura della propria storia turistica e non può più permettersi di improvvisare, d’altronde i dati parlano chiaro, o si fa sul serio oppure il futuro sarà molto incerto.

Quindi risulta estremamente importante ragionare ad un piano strategico del turismo a cui partecipino operatori, amministratori e cittadini che disegni una visione condivisa e sostenibile di sviluppo della città. In quest’ottica si inserisce il tema dell’utilizzo dell’imposta di soggiorno, molto spesso le amministrazioni la utilizzano per coprire buchi di bilancio piuttosto che destinarla in maniera specifica, programmata, condivisa e trasparente per migliorare la qualità dei servizi turistici e diminuire l’impronta ecologica rappresentata dall’incremento della popolazione, soprattutto nei periodi di alta stagione.

Molti operatori turistici sono contrari all’introduzione della tassa di soggiorno perché sostengono che possa incidere sul prezzo e scoraggiare i turisti a prenotare. In realtà non possiamo dire che la tassa di soggiorno incida così tanto sulla scelta di prenotazione, anzi, se a fronte del pagamento della tassa i turisti trovano una città accogliente in cui è facile orientarsi perché ben segnalata e accessibile, una città ben tenuta, con strade sicure e pulite, dove è possibile spostarsi agevolmente anche con mezzi pubblici o mobilità lenta; se trovano servizi e luoghi di svago e cultura fruibili e aperti; se hanno la possibilità di reperire facilmente tutte le informazioni che servono loro durante il soggiorno sia on line che on site… ebbene se ci sono queste condizioni la tassa di soggiorno la pagano più che volentieri e anche gli operatori turistici fanno meno fatica a riscuotere se sanno che la città è ben tenuta e appetibile, così come i cittadini saranno più felici di accogliere i turisti se la loro presenza non comporta la difficoltà di vivere il quotidiano nella propria città.

Sebbene, in modo estremamente miope, alcuni amministratori e operatori continuino a pensare le strategie di sviluppo turistico in termini campanilistici, mettendosi addirittura in competizione con gli altri paesi della valle d’Itria, i turisti non fanno assolutamente questo tipo di distinzioni, considerando l’area come assolutamente connessa. Pertanto appare quantomeno bizzarro che ogni paese abbia una differente tassazione, quindi a nostro avviso sarebbe opportuno creare armonia quantomeno tra i paesi della Valle d’Itria, per quanto sarebbe assolutamente preferibile uniformare sia l’importo dell’imposta di soggiorno e sia i soggetti a cui applicarla in tutta la Regione.

In definitiva a nostro avviso l’imposta di soggiorno rappresenta un’opportunità se è equa e se viene pagata da tutti i turisti e da tutte le strutture ricettive e, ovviamente, se viene contrastato l’abusivismo; è un’opportunità se vengono snellite le procedure di pagamento gravando meno sulle strutture ricettive; è un’opportunità perché incrementando l’introito per l’amministrazione comunale ci saranno più risorse per migliorare il decoro urbano, la sostenibilità ambientale e la qualità dell’offerta dei servizi turistici; è un’opportunità se l’imposta viene utilizzata in modo trasparente e condiviso con gli operatori turistici, programmandone annualmente l’utilizzo. Se vogliamo che una tassa venga percepita in modo positivo deve essere usata per migliorare la qualità della vita degli ostunesi e quindi per contribuire a rendere Ostuni una città in cui viene voglia di trasferirsi!

Dott.ssa Sandra Lanza – Presidente Associazione Il Borgo Ostuni