Da Ambasciatore del Patto Europeo per il Clima, mi sento in obbligo di rivolgere lo stesso appello agli uomini e alle donne che aspirano ad amministrare la città di Ostuni per i prossimi cinque anni. Tuttavia ritengo opportuno porre dei quesiti e condividere alcune riflessioni sulle tematiche ambientali ed energetiche che meriterebbero maggiore approfondimento nei programmi elettorali di oggi. Iniziando ad analizzare la stessa campagna elettorale, che non mi pare abbia posto particolare attenzione all’impatto ambientale, chiedo ad entrambe le coalizioni uno sforzo per prestare maggiore cura, in questi ultimi giorni, negli eventi e nella distribuzione del proprio materiale promozionale per non imbrattare la città e l’ambiente.
Il Patto europeo per il Clima, per chi non lo conoscesse, è un’iniziativa della Commissione Europea ( DG-CLIMA) che invita persone, comunità e organizzazioni a partecipare all’azione per il clima e a costruire un’Europa più verde nell’ambito del Green Deal europeo. L’attività svolta dagli Ambasciatori è quella di promuovere la causa a livello nazionale, regionale e locale per persuadere le autorità pubbliche, le scuole, le organizzazioni e le imprese ad agire e ad assumere impegni ambiziosi in materia di clima.
I cambiamenti climatici rappresentano la più grave crisi ambientale dei nostri tempi nel mondo intero e la politica, a tutti i livelli, ha il dovere e la responsabilità di garantire alle future generazioni il miglior mondo possibile. E’ quello che la Commissione Europea sta cercando di fare attraverso il Patto Europeo per il Clima ed i suoi Ambasciatori distribuiti sul territorio europeo. Anche Ostuni deve fare la sua parte.
Le proposte della politica locale ad Ostuni non tengono in conto alcune variabili fondamentali che andranno a condizionare la vita delle nuove generazioni. Questa lettera spero serva ad avviare una seria riflessione sulla delicata tematica, evitando il diffuso fenomeno del Greenwashing, ma cercando di informare e sollecitare gli aspiranti amministratori della città circa le concrete opportunità che la Commissione Europea offre, a regioni e comuni, per aumentare il loro grado di consapevolezza e sostenerli nel migliorare il loro livello di efficienza energetica e sostenibilità ambientale.
In questa direzione si muove il Patto dei Sindaci, lanciato nel 2008 dalla Commissione Europea per aiutare le città e le regioni a conseguire gli obiettivi dell’UE in materia di clima ed energia. Il Patto è aperto a tutti i Comuni, indipendentemente dalla loro dimensione ed i Sindaci possono svolgere un ruolo di primo piano nella lotta ai cambiamenti climatici. Aderendo al Patto, i Sindaci si impegnano a ridurre le emissioni inquinanti sul proprio territorio di almeno il 55% entro il 2030, trasformano i propri territori in aree climaticamente neutrali entro il 2050, con impatti significativi sulla qualità della vita e della salute dei cittadini.
In concreto, i firmatari del Patto si impegnano a presentare, entro due anni dalla data della loro adesione, un Piano d’Azione per l’Energia Sostenibile e il Clima (PAESC) che indichi le azioni chiave che si intende intraprendere. Il piano deve contenere un Inventario di Base delle Emissioni per monitorare le azioni di mitigazione e la Valutazione di Vulnerabilità e Rischi Climatici.
Si tratta di un impegno politico importante, perché segna l’inizio di un processo di lungo termine che vede le città impegnate concretamente per il clima e l’energia e a riferire ogni anno sui progressi dei loro piani. Attualmente il Patto dei Sindaci conta oltre 11mila firmatari che ricevono assistenza tecnica e orientamenti in materia finanziaria per elaborare e attuare piani per l’energia e il clima in grado di contribuire a mantenere l’aumento della temperatura globale al di sotto di 1,5°C, la maggiore ambizione dell’accordo di Parigi sul clima. Rimane la necessità che tutte le amministrazioni comunali sottoscrivano il Nuovo Patto dei Sindaci. Non tutti lo hanno ancora fatto e questo non va bene, è una sfida globale, nessuno può tirarsi indietro da queste responsabilità. Il Patto dei Sindaci è da una parte una grande occasione per avviare su scala locale una strategia di contrasto ai cambiamenti climatici divenuta oramai urgente, dall’altra un’opportunità per sostenere i comuni nel processo di transizione energetica.
Il comune di Ostuni non è stato in grado, dal 2008 ad oggi, di cogliere l’opportunità offerta dal Patto dei Sindaci e di redigere un piano di azione per il clima e l’energia. I primi comuni firmatari, tra cui Ostuni, avevano avuto un ampio arco temporale a disposizione, così ampio che, nella città di Ostuni si sono succedute ben 5 amministrazioni comunali e 2 commissariali. Il comune di Ostuni, dopo la formale sottoscrizione iniziale, non ha mantenuto l’impegno preso. Ad oggi Ostuni, non risulta nell’elenco dei nuovi firmatari nella piattaforma europea del “Nuovo Patto dei Sindaci”, riproposto dalla Commissione Europea nel 2015 e riadattato nel 2021 con nuove linee guida, nuovi traguardi e nuove scadenze.
Per comprendere quanto fosse importante l’iniziativa europea del Patto dei Sindaci e per facilitare tutti i comuni a sottoscriverlo, la Regione Puglia ha deciso di dare il proprio contributo, candidandosi come Coordinatore territoriale del Patto dei Sindaci nel 2018, stanziando circa mezzo milione di euro a sostegno degli Enti locali per la redazione dei PAESC. La Struttura di Coordinamento Regionale si avvale del supporto di un Comitato Tecnico-Scientifico, costituito dalle migliori esperienze pugliesi e nazionali in materia di energia e cambiamenti climatici, ed è affiancata dalla Struttura di Assistenza Tecnica Territoriale. Una recente indagine scientifica sull’impegno delle città verso la neutralità climatica, sottolinea quanto sia importante il riscontro dell’ampia adesione delle città al Patto dei Sindaci, integrandolo agli strumenti di programmazione “ordinari” tra i quali spicca il DUP e il Piano Urbanistico Generale.
Difficile immaginare che un comune, con un territorio vasto come quello di Ostuni, possa ridurre del 55% le proprie emissioni di Co2 entro il 2030 e raggiungere le emissioni zero entro il 2050 senza un coordinamento con la Regione, senza un piano di azione partecipato e senza risorse tecnico-finanziarie specifiche per realizzarlo. La prossima amministrazione avrà un ruolo cruciale per il raggiungimento di tali obiettivi stabiliti dagli Stati membri dell’UE con accordo di Parigi sul clima e, dunque, dovrà contribuire fattivamente alla lotta contro i cambiamenti climatici
Pertanto, invito i due candidati alla carica di Sindaco della città di Ostuni a prendere una posizione netta sulla volontà di aderire al Nuovo Patto dei Sindaci, una volta eletti, e garantire quell’impegno nel redigere un partecipato Piano di Azione per l’Energia sostenibile ed il Clima (PAESC).
Auspicando una fattiva collaborazione futura con il Comune di Ostuni per il raggiungimento di tali obiettivi, colgo l’occasione per rivolgere pubblicamente i miei personali in bocca al lupo ai due candidati a Sindaco, Angelo Pomes e Antonella Palmisano, per queste elezioni amministrative del 14-15 Maggio e per invitare i cittadini ad esercitare il loro fondamentale diritto al voto, in forma libera e consapevole.
Domenico Pecere, European Climate Pact Ambassador