Quando si parla di generi letterari, in genere si fa riferimento a dei raggruppamenti di libri secondo criteri abbastanza generici e, di conseguenza, facilmente maneggiabili. Basti pensare al fantasy o al giallo, due termini che richiamano immediatamente degli schemi, ambientazioni e situazioni facilmente riconoscibili. Ma, al di là dei generi come tradizionalmente intesi, ci sono raggruppamenti che possono essere effettuati anche per caratteristiche meno immediate, rendendo quindi possibile comprendere nello stesso gruppo opere letterarie che, pur appartenendo a generi differenti, siano accomunate da aspetti meno immediati.
È proprio questo il caso dei libri che trattano di gioco. Questi infatti non costituiscono, in senso tradizionale, un genere letterario a sé stante e immediatamente riconoscibile; eppure, i libri che illustrino situazioni legate al gioco sono numerosi, tanto da rendere possibile considerarli insieme.
Il fenomeno, d’altra parte, non è certamente una novità né una tendenza recente. Basti considerare come, cercando un esempio, uno fra i primi risalga addirittura al 17esimo secolo, alla Spagna nel massimo splendore coloniale. Miguel de Cervantes, noto come autore del Don Chisciotte considerato il precursore del romanzo moderno, pubblica nel 1613 la raccolta di racconti Novelle Esemplari che contiene al suo interno, fra i 12 racconti che la compongono, Rinconete e Cortadillo.
I protagonisti sono due ladruncoli di strada nella Siviglia dell’epoca e la storia contiene una delle prime descrizioni esaustive del gioco trente-un: questo, mantenendo le regole di base pressoché invariate nel corso dei secoli, altro non è che una delle prime versioni del moderno blackjack. Alla metà del 19esimo secolo risale invece Il Giocatore, una delle opere più conosciute di Dostoevskij e considerato uno degli esempi migliori di narrativa ottocentesca russa. Il libro, parzialmente ispirato alle esperienze dell’autore, ruota intorno agli intrecci economici e amorosi del protagonista, che svolge il ruolo di precettore in una cittadina tedesca immaginaria il cui casinò attira avventori da tutta Europa. Proprio in relazione a questo si svolgono la maggior parte dei punti centrali della trama.
È interessante notare come molto spesso i libri di questo tipo siano stati protagonisti di adattamenti cinematografici ben noti presso il pubblico, testimonianza del fatto che la storia narrata dal libro era in grado di fare presa su una grossa fetta di lettori. Non si può evitare di pensare a uno dei più famosi personaggi letterari e poi cinematografici, James Bond, protagonista di numerosissimi libri e film. Fin dalle sue prime avventure l’agente segreto è descritto come appassionato giocatore, passione sfruttata anche ai fini dei risvolti della trama.
In Casino Royale, primissima apparizione narrativa, Ian Fleming fa esordire il suo protagonista proprio nello scenario del casinò che dà il titolo al romanzo, dove ha inizio la sua missione. Il film tratto dal romanzo ha segnato l’esordio di Daniel Craig come Bond, ed è considerato uno dei migliori film della saga. Ha invece caratteristiche molto più reali Bringing Down The House, di Ben Mezrich. La storia si basa sui veri avvenimenti che hanno visto protagonisti alcuni studenti universitari, e la narrazione è tale da spiegare le regole del blackjack con estrema chiarezza: infatti, la trama ruota intorno ai metodi matematici attraverso i quali gli studenti universitari erano in grado di assicurarsi vantaggi strategici nel gioco. Il libro è stato trasposto al cinema con 21, film del 2008. Il più grosso esempio di pellicola tratta da questo genere di narrativa, in ogni caso, non può che essere Casinò, una delle opere più apprezzate di Martin Scorsese e con protagonisti Robert De Niro, Joe Pesci e Sharon Stone, con quest’ultima in grado di assicurarsi anche un Golden Globe come miglior attrice in film drammatico. Il successo del film e i nomi pesanti degli attori protagonisti hanno in un certo senso penalizzato il libro che ne è stato alla base, il quale è risultato messo in ombra. In ogni caso nel 1995, stesso anno del film di Scorsese, è stato pubblicato Casinò: Love and Honor in Las Vegas, opera di Nicholas Pileggi. Il libro è biografico ed è ispirato alla storia vera di un proprietario di casinò di Las Vegas e dei suoi rapporti, in un arco temporale di oltre trent’anni, con attività criminali della zona. Altro fatto poco noto, inoltre, è che un altro libro di Pileggi, Il Delitto Paga Bene, è stato adattato in un altro famoso film di Scorsese, ossia Quei Bravi Ragazzi.
Nonostante un elenco completo sia davvero troppo lungo da stilare, bastano pochi esempi per capire come il rapporto tra letteratura e gioco sia risalente nel tempo, a testimonianza del fascino che ha sempre esercitato.
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