La disabilità e l’inclusione al centro di un incontro che si svolgerà a Rimini

La manifestazione è promossa dall’Osservatorio nazionale sulla condizione delle persone con disabilità per tracciare le linee guida del nuovo piano nazionale per la disabilità.

Disabilità e inclusione

RIMINI – Alla manifestazione parteciperà l’ostunese Vincenzo Falabella, avvocato, presidente della Fish Onlus, la Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap, costituita nel 1994, quale organizzazione ombrello cui aderiscono alcune tra le più rappresentative associazioni impegnate, a livello nazionale e locale, in politiche mirate all’inclusione sociale delle persone con differenti disabilità.

I principi della Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità costituiscono un manifesto ideale per la Federazione e per la rete associativa che vi si riconosce e che individua nella Fish la propria voce unitaria nei confronti delle principali istituzioni del Paese. Partendo dalla nuova visione bio-psico-sociale della disabilità, la Fish interviene per garantire la non discriminazione e le pari opportunità, in ogni ambito della vita.

In quanto situazioni a maggior rischio di esclusione, la Federazione pone un’attenzione prioritaria alla condizione delle persone con disabilità complesse, non sempre in grado di autorappresentarsi, ed al supporto dei loro nuclei familiari. Nell’incontro di Rimini si parlerà di tutte le novità normative riguardano in particolar modo la legge delega sulla disabilità approvata nel 2022 dal parlamento italiano.

Quali saranno le novità su queste tematiche?

«Il sistema di welfare italiano non garantisce determinati diritti ai cittadini. Lo dicevamo prima della pandemia, poi è arrivato il covid che ha accentuato questa problematica. Le persone che dovevano ricevere un sistema di protezione, non sono state protette e quindi abbiamo cercato un’interlocuzione con il Parlamento fino ad arrivare ad una ricostruzione del nuovo welfare passando dalla protezione all’inclusione fino al riconoscimento dei diritti: questa è la strada che abbiamo intrapreso con il governo. Stiamo lavorando al potenziamento della legge delega sulla disabilità approvata all’unanimità da tutto parlamento italiano nel 2022. Ora si stanno scrivendo i sei decreti applicativi, che riguardano tra gli altri le deleghe sulla disabilità e quella sugli anziani e non autosufficienti, il tutto avverrà rispettando quanto dice la nostra Carta costituzionale, prendendo come riferimento i principi della convenzione Onu sui diritti delle persone con disabilità. All’interno ci saranno degli interventi che andranno a migliorare in maniera significativa la vita quotidiana di coloro che vivono oggi una condizione di disabilità. Queste deleghe sono propedeutiche al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Per avere i finanziamenti bisogna intervenire su alcuni settori ben definiti come la disabilità e gli anziani e non autosufficienti».

In questi giorni in tutta Italia si avvia l’anno scolastico, non sempre si riescono a garantire tutti i servizi scolastici ai giovani con disabilità…

«Tutti gli studenti hanno il diritto allo studio costituzionalmente garantito. Sono importanti gli insegnanti di sostegno e l’assistente all’autonomia e la comunicazione, l’attuale sistema scolastico italiano se pur all’avanguardia ha bisogno di una rivisitazione. Noi crediamo che ci sia un problema di fondo: molto spesso il sistema di sostegno viene utilizzato impropriamente per passare su cattedra comune, su questo abbiamo avviato un’interlocuzione con il ministero dell’Istruzione e del merito e col ministro Valditara, per arrivare ad una legge che crei una cattedra dedicata agli studenti disabili, così da rimanere sulla cattedra di sostegno, senza avere la possibilità di passare alla cattedra comune».

Sull’abbattimento delle barriere architettoniche crede che bisogna investire i fondi del Pnrr per risistemare i nostri centri urbani?

«Il Pnrr ha un indirizzo specifico che arriva dall’Europa, quello che manca nel nostro paese è una vera e propria “gerarchia amministrativa”. Molto spesso è la macchina amministrativa molto pesante nel nostro paese, quella che blocca la realizzazione delle opere e dei progetti. L’attenzione della politica locale deve essere alta, credo che bisogna pensare, laddove non si può eliminare la famosa “barriera architettonica”, di intervenire con gli accomodamenti ragionevoli per soddisfare i bisogni di tutti i cittadini, proprio come viene indicato dalla convenzione Onu».