Oggi 10 ottobre gli studenti di tutta Italia saranno in piazza, per protestare contro la riforma proposta dal ministro Stefania Giannini, mentre in Italia è in corso la consultazione voluta dal governo Renzi fino al 15 novembre sul documento La Buona Scuola, per promuovere il dibattito online dal basso.La manifestazione promossa dall’UDS e dalla Rete degli studenti medi è prevista lo stesso giorno dello sciopero degli insegnanti indetto solo dai Cobas e non dagli altri sindacati. Uds e Rete degli studenti contestano il progetto del governo, che aprirebbe le porte agli interessi delle imprese e darebbe più potere ai presidi.
Come qualcuno ha già notato, quasi ogni cambio di legislatura propone una riforma sulla scuola. Ma la scuola pubblica di cosa ha bisogno realmente? Dopo decenni di contro-riforme e di tagli per più di dieci miliardi di euro, la scuola pubblica ha bisogno di un cambiamento reale ma positivo, basato su finanziamenti cospicui (ora si può contare ormai solo su quelli europei, perché i fondi ministeriali sono ridotti al lumicino), sulla riduzione degli alunni per classe, sull’aumento di stipendi di docenti e ATA, sull’aumento dell’organico, sulla stabilizzazione di tutti i precari,sulla formazione continua di tutto il personale ATA, Docenti, Dirigenti scolastici, su una valutazione d’istituto nazionale costante in nome dell’efficacia e dell’efficienza del servizio scolastico, che attesti la certificazione di competenze degli apprendimenti degli alunni e su una rete permanente con il territorio, che possa costituire un sistema integrato di servizi e relazioni.
Solo così la scuola sarebbe in grado di migliorare la qualità dell’istruzione e della formazione di tutti gli studenti fino all’università e per l’università. Una direttiva europea ha già imposto di assumere chi lavora con contratti a tempo determinato da almeno tre anni, mentre altri docenti dovranno ancora attendere di essere assunti, perché rientrerebbero in altre categorie.
La scuola è già al servizio della comunità di una città e solo dalla reale sinergia tra la scuola e il territorio potranno partire esempi concreti di buone pratiche, in cui nuove forme di sapere si alterneranno a confronti tra diverse culture e a scambi e incontri tra le generazioni per la crescita economica del nostro Paese.
Solo se la scuola sarà percepita come il bene comune di un sistema Paese gli ambienti delle scuole diventeranno meno fatiscenti e più sicuri e gli spazi scolastici potranno rappresentare una ricchezza sociale enorme.