‘Il giovane favoloso’, Giacomo Leopardi al cinema interpretato da un grande Elio Germano

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Nelle sale cinematografiche da giovedì 16 ottobre, l’ultimo film di Mario Martone, Il giovane favoloso.E’ la storia di un uomo speciale e immenso, complesso nelle sue contraddizioni, un rivoluzionario in lotta per la sua libertà contro le gabbie che la vita mette davanti a tutti noi, nella famiglia, nel lavoro, nella società. La gran parte di noi viene a patti con queste costrizioni, ci fa indossare delle maschere, ma lui preferisce romperle e vivere una vita piena, a costo di ricevere in cambio infelicità”. E così, riscoprire Leopardi, fare la sua conoscenza in maniera approfondita “è fare un viaggio anche dentro noi stessi”. Martone quel viaggio l’ha cominciato molto tempo fa: a Venezia disse che gli sembrava di aver fatto da sempre “un cinema leopardiano, fin da Tango glaciale dell’82, per temi e essenza”. E la sceneggiatura, firmata con Ippolita Di Majo, è diventata un libro (Mondadori Electa). I testi del film sono tutti attinenti agli scritti di Leopardi: le poesie, lo Zibaldone, le Operette morali, e all’insieme del suo epistolario, una sorta di scrigno attraverso cui scoprire la sua vita, dalla giovinezza a Recanati con le giornate intere di studio nella biblioteca del padre, fino a Napoli con la composizione de La ginestra, il suo testamento poetico. Il film, interpretato da un applauditissimo Elio Germano, è in particolare rivolto proprio ai giovani che potranno sentire vicino quel giovane ribelle. “Il tema della ribellione e della diversità lo rende vicino a noi ,ma al tempo stesso immortale perché nelle sue poesie, come nella vita, tutto è autobiografico diceva Leopardi, c’è l’uomo da sempre”. Germano, che si è buttato a capofitto in un’impresa dalla quale esce con un’interpretazione da applausi, ha preparato “Giacomo” – lo chiama così solo con il nome – studiando prima delle riprese per 3-4 mesi, “un lusso vero per il cinema italiano” .Germano di Leopardi si è innamorato, perché tutta la sua vita e le sue opere affondano nella nostra inadeguatezza di persone. Martone parte da Recanati, apre la prigione reale del giovane Giacomo: libri come sbarre, il rapporto con il conte-padre, l’affetto per sorella e fratello, l’interpunzione mancata con la madre. Poi, la fuga, la Firenze dei salotti buoni e dei cervelli meno buoni, la sbandata impossibile per Fanny, l’amicizia e il sodalizio con Ranieri, la definitiva discesa a Napoli e poi la fotografia di Renato Berta e la musica elettronica di Sascha Ring. Usciti dal cinema Leopardi non è più Leopardi ma è Giacomo.

ANGELA ANGLANI