“Il rischio non è solo per i balneari o i nautici, ci sono tante attività, specie nella ristorazione, le quali insistono sul demanio essendo anche titolari di concessioni demaniali, e che stanno sottovalutando il rischio di perdere ogni diritto”.
«Ci sono in pericolo decine di aziende. Occorre una sinergia forte anche a livello locale per il futuro di imprese e lavoratori». Marco Carani, imprenditore del settore nautico di Ostuni e referente regionale per Assormeggi, manifesta la sua forte preoccupazione per le concessioni demaniali in scadenza a fine 2023 (senza ulteriore possibilità di proroga), dopo la recente sentenza del Consiglio di Stato. «A molti forse non è ancora chiaro quello che sta succedendo e ci sfugge il pericolo che, in questo momento, corrono tutte le aziende che operano sul mare. Si vogliono azzerare le vere eccellenze le quali hanno rappresentato e rappresentano realtà attrattive e che accolgono un turismo che in anni ed anni si è sviluppato.
La Puglia – afferma Carani- grazie al suo territorio ed alla gestione di molte strutture demaniali ha contribuito ed ha portato a questo livello il proprio brand, il quale oggi rappresenta una delle regioni più belle in assoluto. Chiedo di unire tutte le varie associazioni: cooperative, consorzi, imprenditori di qualunque sigla essi in un tavolo di confronto per far valere i diritti della Puglia». L’operatore della Città Bianca ritiene a rischio un ‘intera filiera e lancia un appello. «Le piccole e medie imprese italiane nel comparto della portualità turistica rappresentano ben 100mila posti barca ( fonte ENIT – Agosto 2021).
Il rischio non è solo per i balneari o i nautici, ci sono tante attività, specie nella ristorazione, le quali insistono sul demanio essendo anche titolari di concessioni demaniali, e che stanno sottovalutando il rischio di perdere ogni diritto. E mi riferisco – spiega Carani- ad attività come Hotel, B&B, approdi, porticcioli Turistici». Poi una proposta a breve scadenza. «Occorre aprire un tavolo di discussione fra le istituzioni e i soggetti interessati, ciascuno con il proprio referente provinciale per farci ascoltare, per far valere i sacrifici di anni ed anni di attività oggi a rischio. Che il confronto sia vero e non di facciata. La mia non vuole essere una sterile polemica aperta, ma uno sprono in ambito locale affinchè i vari rappresentanti si riuniscano in un comitato incisivo per arrivare ad un accordo.
Ritengo necessario -continua Carani- che la regione Puglia abbia un assessorato del “Mare” e che all’interno ci siano figure che abbiano competenze anche sulla portualità e che possa condividere con l’Assessorato “Al Turismo” una visione unica e precisa». Da Assormeggi Puglia un ‘ulteriore valutazione. «Il settore nautico è tra quelli “fermi” e non cresce nonostante il transito di imbarcazioni di prestigio e le continue richieste dal mercato estero. Sono aumentate le dimensioni delle imbarcazioni con i servizi annessi, e per questo non si può attendere i tempi lunghi per realizzare nuove opere ma solo una sana rivalutazione e regolamentazione dei porti e porticcioli. Occorre- conclude l’imprenditore ostunese- una strategia unica. Non ci si può sempre parlare di destagionalizzare quando poi si assiste a chiusure di ogni genere»
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