A Ostuni Notizie parla l’avvocato Pietro Quinto che ha presentato il ricorso al TAR Lazio per impugnare la decisione del Ministero dell’Interno dopo lo scioglimento del consiglio comunale di Ostuni.

Il Tar del Lazio si esprimerà nelle prossime ore sul futuro politico – amministrativo della Città di Ostuni. Dopo lo scioglimento dello scorso 23 dicembre 2021 e il successivo ricorso presentato dall’amministrazione guidata dall’ex sindaco Guglielmo Cavallo mediante l’avvocato Pietro Quinto, domani, presso il Tribunale amministrativo del Lazio si svolgerà l’udienza con i giudici amministrativi chiamati ad esprimersi sullo scioglimento del Consiglio comunale di Ostuni per infiltrazioni mafiose.

Dal mese di dicembre 2021, infatti, l’attività amministrativa della Città Bianca è stata affidata dal Ministero dell’Interno ad una gestione commissariale che dovrà curare le sorti della città per 18 mesi. Sulla questione abbiamo intervistato l’avvocato Pietro Quinto

Avvocato, come vi state preparando per l’udienza del prossimo 23 novembre 2022?

«Abbiamo avuto una precedente interlocuzione in camera di consiglio nel corso della quale il Tar ha acquisito tutti i documenti ed accolto una nostra istanza, visto che abbiamo avuto modo di leggere anche le centinaia di pagine segretate che erano presenti nel provvedimento di scioglimento del Consiglio comunale. Le contestazioni che si leggono nella relazione, sarebbero dovute all’infiltrazione mafiosa nel Comune di Ostuni e nella provincia di Brindisi, da parte dell’organizzazione criminale e mafiosa denominata Sacra Corona Unita. La dimostrazione dell’infiltrazione mafiosa all’interno dell’Ente, si legge nella relazione prefettizia, riguarda in particolar modo gli atti di intimidazione all’ex sindaco Domenico Tanzarella ed altri soggetti di Ostuni. Tra gli atti contestati nella relazione, anche i possibili condizionamenti in alcuni atti amministrativi da parte di un consigliere comunale ed un assessore. Non credo che un’Amministrazione comunale che ha governato per due anni, dopo un periodo di commissariamento, abbia potuto creare un filo conduttore così forte con un’organizzazione criminale, ecco perché abbiamo contestato innanzi al Tar quanto scritto nella relazione prefettizia e nel provvedimento di scioglimento firmato dal Presidente della Repubblica».

Cosa avete contestato nel ricorso?

«Nel ricorso io ho contestato che negli atti amministrativi citati nella relazione di scioglimento, non ci sono condizionamenti dovuti a pressioni di tipo mafioso. Dato di partenza è proprio quello che citavo prima: questa amministrazione ha governato per uno spazio temporale di due anni È difficile che si infiltri in così poco tempo un’organizzazione criminale, non essendoci continuità con la precedente amministrazione che è stata interrotta da un commissariamento. Abbiamo anche analizzato tutte le contestazioni che sono state presentate nelle relazioni, che sono più contestazioni amministrative che politiche. Come sapete, la parte amministrativa di un Comune è gestita sì da un indirizzo politico, ma è messa in atto dalla macchina amministrativa gestita dai dirigenti comunali.

In tutte le relazioni fatte fino a quella che ha decretato lo scioglimento, non ci sono ingerenze né da parte delle politica, né tanto meno da parte dei dirigenti comunali su pressioni fatte dalle due parti sugli appalti o i permessi. Per quanto riguarda la contestazione di un consigliere comunale, che aveva precedenti penali 15 anni fa, possiamo dire che il Tar ci ha confermato che il padre del soggetto chiamato in causa, è stato reinserito nella società civile. Parliamo di un consigliere che si è poi dimesso ed è stato sostituito.

I due elementi positivi che abbiamo, che si sono verificati nel biennio di guida del sindaco Cavallo, sono sicuramente, la comunicazione all’ufficio anticorruzione del Comune guidato dal segretario generale di intervenire sul corretto funzionamento della macchina amministrativa e la costituzione di una Commissione consigliare d’indagine che è stata votata dalla maggioranza per far luce su quanto emerso dalla relazione prefettizia.
Sul fronte dell’appalto dei parcheggi, dal quale è partita l’interdittiva antimafia, possiamo dire che non ci sono atti che contestano abuso d’ufficio o altro da parte dell’Amministrazione comunale. Detto questo, noi riteniamo che non ci siano i presupposti che hanno portato allo scioglimento del Consiglio comunale della Città Bianca».

Cosa accadrà se il ricorso verrà accolto?

«Se il ricorso verrà accettato, l’Amministrazione comunale tornerà al timone dell’Ente comune perché ci sono i presupposti temporali per continuare l’azione amministrativa dell’ente da parte del sindaco Guglielmo Cavallo».


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